STORIA CHIESA BARRA - VERSOLAVITA

CHIESA CRISTIANA EVANGELICA dei Fratelli
Via Domenico Minichino 17 - Napoli
VERSOLAVITA
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LA STORIA DELLA CHIESA DI BARRA – NAPOLI

Negli anni 60 la gente, lasciava alle spalle gli anni difficili e bui della guerra e tutti si davano da fare per sostenere le proprie famiglie.
Anche nella zona orientale di Napoli , ed esattamente nel quartiere di Barra, Antonio Quadro si prodigava nello sfamare la famiglia composta da ben undici figli più naturalmente la consorte . Antonio gestiva un commercio di prodotti da forno, taralli e biscotti, che vendeva per le strade del quartiere con un carrettino. Qualche volta però il bilancio familiare finiva in rosso per qualche partita di carte finita in perdita. Fu proprio in un periodo di decadimento finanziario che Antonio si rivolse a un magliaro per avere qualche prestito monetario.
Salvatore il magliaio
I magliari che giravano tra le famiglie di allora vendevano a rate la biancheria e i corredi per le ragazze da sposare e prestavano soldi con tassi di interesse migliori di qualsiasi banca. In pratica erano le finanziarie, ma oneste, di allora. Uno di questi era Salvatore Iervolino, un Cristiano Evangelico che frequentava la Chiesa Evangelica dei fratelli di Ercolano.
Fu proprio il fratello Salvatore che invitò Antonio Quadro ad una riunione di evangelizzazione dove il fratello Arturo Vigna divulgava con potenza il messaggio dell’evangelo in una piazza gremita di curiosi.
La conversione di Antonio il tarallaro
Antonio il tarallaro rimase stupefatto e affascinato dalle meravigliose narrazioni della Bibbia. Antonio incominciò a frequentare la Chiesa della vicina Ercolano. Dopo poche riunioni infatti si inginocchio ai piedi del Signore Gesù riconoscendolo come Salvatore della sua anima scellerata.L’entusiasmo fu il dono che ebbe nel diffondere l’evangelo. Lo si ricorda ancora quando girava per vendere i taralli e biscotti con il suo carrettino e annunciava l’evangelo a ogni acquirente.
Eugenio il commerciante di semi.
Uno di questi acquirenti era Eugenio Marmolino. Era anch’esso un commerciante e gestiva un negozio di semi e mangimi per animali. Era un ferreo cattolico che frequentava tutte le domeniche i riti cattolici. L’incontro o scontro fu acclamato dagli abitanti del quartiere che vedevano finalmente un valido rappresentante cattolico a fronteggiare questa nuova dottrina religiosa che annullava i santi e la festa patronale della santa locale.
La guerra
Eugenio si rivesti di tutta la responsabilità del caso e per combattere Antonio il tarallaro consulto i professori  di lingue antiche locali . Uno di questi era il professore Centanni nativo proprio del quartiere di Barra. Era uno stimato scrittore ed era esperto nella lingua greca antica . Fu proprio a lui che si rivolse Eugenio per approfondire la traduzione biblica in greco dei passi che riguardavano i fratelli di Gesù . L’attenzione dei due era posta in particolare nel dare una smentita a quello che predicava Antonio.
Maria aveva avuto altri figli. Sembra strano , dopo tanti anni , ricordare questi particolari che possono sembrare oggi un po’ anacronistici.  Ma la devozione nella Madonna era ed è molto diffusa nei quartieri napoletani.  Ancora oggi , come allora , ad ogni angolo di strada si possono vedere altarini dedicati alle varie madonne a cui la popolazione presta grande devozione. Quindi la difesa di Eugenio era proprio indirizzata verso la salvaguardia della venerazione alla Madonna. Ma lo studio approntato con il professore Centenni risultò negativo. La traduzione dal greco riguardo i passi biblici in questione risultavano falsificati nella Bibbia cattolica. I fratelli di Gesù erano indicati erroneamente come cugini. Eugenio non poteva pensarci , per tanti anni il prete che stimava e seguiva gli aveva inculcato delle false dottrine.
La parola di Dio si diffondeva
Antonio intanto tutti i giorni continuava a vendere i taralli sugna e pepe con l’annuncio della parola di Dio. La cosa che colpiva di più era l’entusiasmo di Antonio che con una istruzione elementare annunciava delle cose straordinarie della Bibbia. Questo entusiasmo incomincio a produrre dei frutti . I fratelli di Ercolano incominciarono a stabilire delle riunioni proprio in casa di Antonio e i fratelli Ciccio Curtore e Amilcare Dorato seguivano con attenzione la nuova testimonianza. Anche Eugenio incomincio a frequentarle e dopo varie riunioni di combattimento si arrese alla grazia del Signore. Altre persone incominciarono ad interessarsi dell’evangelo . Ormai a Barra chi comprava taralli o o semi per gli uccellini riceveva la sua dose della Parola di Dio. Subito poco dopo la casa di Antonio diventò stretta e quindi Eugenio mise a disposizione un piccolo locale di sua proprietà che fu trasformato , con l’aiuto di altri fratelli che intanto si erano convertiti come Andrea Viscardi, in un piccolo locale di culto.
Il primo locale di culto evangelico a Napoli ( nel quartiere di Barra )
Il locale era ubicato all’interno di un cortile di un vecchio palazzo. Nel cortile si affacciavano diversi retrobottega di attività commerciali tra cui anche una macelleria. Il beccaio intraprese una vera e proprio battaglia contro i cosiddetti "protestanti" che si erano collocati nel palazzo . Il beccaio convocò perfino il prete del quartiere per benedire il cortile. Sembra incredibile ricordare quei giorni . Eppure qualche settimana dopo quest’uomo preso dai lacci di satana perse la vita improvvisamente. Dopo vari vicissitudini nel lontano 1967 al Corso Bruno Buozzi 316  fu appesa per la prima volta la tabella della prima testimonianza Cristiana Evangelica a Barra. Gli incontri avvenivano di martedì , giovedì e domenica ma la testimonianza entusiasmante di quei fratelli si svolgeva quotidianamente per le strade di Barra.
Bastava , ad esempio , che Antonio ed Eugenio entrassero in bar per bere un caffè che si scatenava subito il putiferio. Molti , per curiosità o per cattiveria , volevano screditare i due ma ogni volta rimanevano frastornati e sconfitti. E le discussioni si protraevano fino a tarda notte fuori dai bar e per le strade del quartiere.
Anche il prete del quartiere avendo saputo del frastuono dei due organizzò un incontro trabocchetto.

Antonio e Eugenio accolsero subito l’invito e incominciarono a frequentare gli incontri. Ben presto però gli incontri risultarono infruttuosi e inconcludenti . Subito rivelarono al vera natura. Antonio ed Eugenio impararono una cosa da questa esperienza.
Satana si era accorto di loro e li stava combattendo.
L’infame nemico del Salvatore Gesù guerreggiava in tutti i modi e per Antonio ed Eugenio incominciaronoa presentarsi anni di stenti e sacrifici. Ma la potenza di Dio sovrasta ogni impedimento alla divulgazione della salvezza. In ogni caso Chiesa cresceva e si arresero a Gesù anche Vincenzo e Ciro Quadro fratelli in carne di Antonio e altri come Gennaro De Maria. A questo punto ci voleva un ulteriore aiuto pratico per gestire della testimonianza , la Chiesa aveva anche bisogno dicrescere di statura e conoscenza. I fratelli di Ercolano proposero che fossero seguiti e aiutati da un missionario. Si accettò l’offerta e subito fu accolto il fratello Stan Davie , missionario della Nuova Zelanda.
La crescita della Chiesa
Gli anni che seguirono furono ricolmi di benedizioni spirituali e con Stan si organizzarono vere e proprie campagne evangelistiche. Le battaglie personali di Antonio ed Eugenio fecero un salto di qualità. Nella Piazza Mercato, luogo di protesta di Masaniello, si piantò la Tenda Azzurra, una delle prime strutture erranti della Chiesa Evangelica dei Fratelli Italiani organizzata dal fratello Angelo Zolfaroli.
Il frutto sperato fu la conversione di alcune sorelle e fratelli di altri quartieri di Napoli che incominciarono ad avviare una testimonianza a nel quartiere di Fuorigrotta.

A Barra intanto la Chiesa non stava ferma e con l’aiuto di Stan si fecero arrivare una ventina di giovani inglesi che con la collaborazione dei fratelli locali distribuirono migliaia di trattati e vangeli di Giovanni in tutte le abitazioni del quartiere. Era dalla fine della guerra che a Barra non si vedevano ragazzi e ragazze stranieri. Il fatto fece molto scalpore e le belle sorelle inglesi dovevano essere accompagnate continuamente dai giovani della comunità locale. Alla fine della campagna fu invitato Gian Nunzio Artini a predicare nel locale cinema maestoso dove si convertirono altre persone. Anche negli anni successivi la chiesa si adoperò per evangelizzare il quartiere chiedendo aiuto di volta in volta a vari fratelli come Abele Biginelli.
Nella meta degli anni 80 il piccolo locale di Corso Bruno Buozzi diventò piccolo e si decise di prendere in affitto un locale più grande. La scelta ricadde su un locale di diversi metri quadrati.
Stan Davie preso dalla tarda età lasciò l’incarico a Rinaldo Di Prose , anch’esso missionario della Nuova Zelanda. Con Rinaldo ci fù un ulteriore impulso di crescita spirituale. Infatti nel nuovo locale insieme a Fares Marzone si organizzarono diversi incontri speciali come i primi
corsi biblici dell’Ibei fuori dalla sede di Roma.
Inoltre ci furono i primi incontri giovanili regionali della Campania e riunioni tra responsabili delle chiese campane. In questo locale si organizzarono anche i battesimi con l’ausilio di una piscina smontabile. Fino ad allora le testimonianze battesimali venivano fatte in prossimità del porto del Granatello ubicato nella vicina cittadina di Portici. La chiesa era continuamente in movimento. Alcuni credenti che frequentavano la comunità erano della vicina cittadina di San Giorgio a Cremano. Un po’ per comodità e anche per iniziare nuove  testimonianze si decise di instaurare una testimonianza anche qui. L’impegno fu dato ad Antonio e ad altri fratelli come Manna Mario che abitavano proprio a San Giorgio. Le due comunità in stretta comunione  collaboravano intensamente e crescevano insieme con l’aiuto del Signore.  Naturalmente il
nemico di Dio , Satana , non stava fermo ad ammirare l’opera di Dio di questi fratelli . In varie circostanze compì diversi misfatti innescando contrasti e divisioni, fino ad arrivare alla chiusura della sala di San Giorgio a Cremano. Le ferite si rimarginarono con difficoltà ma la grazie del Signore è il miglior sollievo per dei contusi. Pian piano la chiesa si raccolse nella sola comunità di Barra. Ricominciare è sempre difficile ma con l’aiuto dello Spirito Santo la Chiesa si riorganizzo e affrontò gli anni successivi mantenendo sempre alto il vessillo della salvezza in Cristo Gesù . Gli anni novanta furono teatro di un buon periodo di comunione e crescita spirituale con la conversione di altri credenti. La Chiesa cresceva sia in numero che in statura e vi furono diverse testimonianze con il battesimo.
Dopo varie vicende la Chiesa attualmente si riunisce in Via D. Minichini n° 17 nel quartiere di Barra vivendo nell'attesa del ritorno del Signore Gesù.
Questo sito è prodotto dalla Chiesa Cristiana Evangelica
DATA DELLA PRIMA PUBBLICAZIONE GENNAIO 2004
via Domenico Minichino 17 - 80147 Napoli
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